Terminata la prima fase del restauro procedo al recupero della sua vernice per riportarla alla sua originale bellezza con una miscela di oli di mia conoscenza, termino il lavoro lucidando lo strumento con l’utilizzo di un tampone con un polish di mia composizione. Questa ultima operazione richiede una grande perizia e conoscenza dato la delicatezza della composizione delle varie resine che deve risultare funzionale al tipo di vernice per avere un buon risultato.
Il restauro di un vecchio violino è sempre entusiasmante: osservare lo stile dell’autore, risalire alla scuola di provenienza, cogliere i vari particolari, rende il lavoro del restauro molto interessante arricchendo la conoscenza della liuteria.
Dopo aver ben esaminato lo strumento in tutte le sue parti si inizia il restauro incollando il fondo che risulta scollato lungo la linea di mezzeria nella parte inferiore,e anche all’incollaggio in alcune parti delle fasce che risultavano scollate sulla tavola, per poi procedere il lavoro con l’incollaggio della tastiera e capotasto nel manico.
La copia di questo violino che sto costruendo è stata realizzata dall’autore nel 1716, nel suo periodo più fiorente.
La tavola è in abete rosso di Pavaneggio, mentre il fondo, il manico e le fasce sono in acero campestre. Questa varietà, a differenza dell’acero di monte, vegeta in altitudini non elevate, dalla pianura padana all’appennino Tosco emiliano. Il suo legno presenta una grana più fine rispetto l’acero di monte e il suo peso specifico è leggermente superiore, ma la particolarità di questa varietà sono sicuramente le sue marezzature molto fantasiose e irregolari che rendono gli strumenti costruiti con questo legno dei pezzi davvero unici.
Il lavoro è stato impegnativo, varie sono state le fasi che mi hanno portato al completamento della tavola: dalla sbozzatura con sgorbia e pialla alla fase dove si richiede piu’ attenzione e precisione come il taglio delle effe eseguito con il coltello, fino all’inserimento del filetto. Passato il tempo necessario per l’incolaggio del filetto ho utilizzato una sgorbia ben affilata ed ho eseguito la cosidetta sguscia per poi rifinire tutta la tavola con raseria. Questa ultima fase insieme alla bombatura della tavola mi piace molto , è qui che il lavoro manuale mostra tutta la sua bellezza e la personalità del liutaio.
La tavola armonica è la parte dello strumento che amplifica il suono prodotto dalle vibrazioni dell’archetto sulle corde, è una parte molto importante per la qualità del suono di uno strumento. La tavola armonicha viene costruita di Abete rosso, specie molto diffusa, ma che solo in alcune zone hanno le caratteristiche adatte per essere trasformate in legno di risonanza. Il legno che ho usato per la costruzione di questo violoncello proviene dalla Val di Fiemme, foresta resa famosa da Antonio Stradivari dove si dice che li sceglieva le piante migliori per la costruzine dei suoi preziosi strumenti. Il legno dopo una attenta selezione viene prima spaccato manualmente, fatto a quarti e messo a stagionare per alcuni anni per una opportuna stagionatura.
A questo punto si può passare all’inizio della lavorazione, prima ho incollato la tavola, fase da eseguire con molta attenzione e poi sono passato alla fase successiva e ho iniziato la lavorazione con l’aiuto di sgorbia e pialla e ho rifinito con rasiera.